Ma lo vedi che acqua?
Esatto, è la stessa cosa che ho pensato io quando, dopo aver aperto gli occhi e aperto la lampo della tenda, mi sono trovato davanti a sto spettacolo.
E la foto l’ho scattata proprio in quel momento, seduto dentro la quechua 2 secondi.
Altri che spiagge bianche di Vada…
Risalgo alla reception e scopro che la struttura è ben organizzata. Hanno una piscina in costruzione, dei bagni ben disegnati ed anche una ampia cucina con dei tavoli e sedie. Servono la colazione per cui non dico di no, poi scendo a impaccare tutto, faccio il controllo dell’olio e mi rimetto in marcia.
Manca poco a Tikal e spero arrivare per l’ora di pranzo, pagare il biglietto, farmi un giretto di 3 o 4 ore, ringraziare e poi andare a dormire vicino alla dogana per entrare domani in Belize.
Arrivo a Flores all’ora di pranzo, faccio un giro sulla piccolissima e turisticissima isola di Flores e quando vedo un Berger king mi ci infilo dentro in cerca d’aria condizionata e finisco per mangiarmi un menù. Guardo l’orologio e sono le 14, sono a 60 km dal parco nazionale e se arrivo alle 15 credo di aver ancora 3 o 4 ore di sole per vedere tutto, invece di aspettare di farlo domani, per cui vado!
Arrivo alle 15:30, l’ingresso del parco è grande ma vengo arrestato da due guardie messe davanti ad una sbarra che mi blocca il cammino. C’è una biglietteria, come immaginavo e con la faccia da iene vendono subito verso di me a facilitarmi il processo di pagamento. Avverto nell’aria una strana sensazione di punto di non ritorno, come a dire che qui questi ci spellano vivi mentre noi paghiamo oro quello che dovrebbe altrimenti essere più economico, come l’ingresso al parco e le mappe.
Scopro infatti che se entro adesso, alle 15:50 devo pagare 21 dollari ed il biglietto vale solo fino alle 18. Se invece aspetto fino alle 16, pago lo stesso 21 dollari ma il biglietto vale per oggi e tutto domani. Voglio vedere il tramonto dentro al parco? Nessun problemi, sti figli di puttana mi fanno pagare un secondo biglietto per l’ingresso al parco e quindi solo per stare dalle 18 in poi, nello stesso posto per il quale ho già pagato, devo pagare altri 21 dollari. Voglio una mappina a colori del sito? 3 dollari
Voglio svegliarmi alle 4 di mattina domani e vedere l’alba fra le rovine? Nessun problema, pago altri 21 dollari e posso farlo sempre quando mi faccio accompagnare da una guida che mi porterà a giro per 5 ore. O con lui per 20 dollari o niente, non posso entrare in nessun’altra circostanza.
Mentre analizzo dentro di me, senza fare scandali, l’assurdità e la meschinità cinica di questo macchina per fare soldi a scapito di chi magari viene qui solo per vedere sto parco nazionale senza sapere a cosa va in contro, si avvicina alla guardia e a me una ragazza con uno zaino. Parla uno spagnolo con un accento russo ed alla fine, colta dalla stessa sorpresa che ho avuto io nel constatare che è necessario pagare un sacco di biglietti diversi per stare nello stesso parco ad orari diversi del giorni, cominciamo a discutere assieme di come aggirare questo tranello. Lei si chiama Flor, è portoghese e viaggia con due amici appena conosciuti, Yvan e Juliana, anche lor con zaino in spalla e seduti poco più in là. Yvan è svizzero e Juliana è californiana.
La guardia se ne va e rimaniamo noi 4 che, affiatati e ravvicinati da questo comune scopo, studiamo la mappa che mi sono offerto di comprare per vedere se possiamo entrare di nascosto al parco di notte, per evitare di pagare il biglietto due volte. Siamo ancora a 16 km dal parco e la guardia ci dice che sono le 16 e se vogliamo possiamo entrare adesso affinché il nostro biglietto valga anche domani per cui ci avviamo.
Juliana e Yvan in bus ed io e Flor in moto, tutti diretti verso il campeggio dentro il parco che è la sistemazione più economica che possiamo trovare.
Io e Flor arriviamo per primi e dal momento che lei non ha tenda ne sacco a pelo le presto il mio di lana (fa caldissimo per cui terrò quello di seta) il campeggio invece, oltre a farci pagare 50 quetzal a testa per condividere una piazzola con tetto, fa pagare a Flor 35 quetzal in più per noleggiarle una amaca con zanzariera che il responsabile monta nella metà della piazzola accanto alla mia tenda. Arrivano anche Juliana e Yvan che prendono la piazzola accanto alla nostra e tutti assieme, prima di decidere i piani per la serata, andiamo a farci un giro perlustrativo nel parco prima che faccia buio. Verso l’ingresso troviamo la casetta delle informazioni dove ci vengono riconfermati i prezzi da due delle guide sanguisuga che portano i turisti nelle ore speciali (dopo le 18 e prima delle 6 del mattino, per vedere l’alba). Uno si chiama Juan e l’altro non so.
Ci dicono che se vogliamo vedere l’alba dal tempio Maya più alto ed assistere al maestoso risveglio della jungla, dobbiamo presentarci alle 4 di mattina e pagare 100 quetzal in più e diciamo 150 per la guida. Scopriamo che senza guida non si può entrare e che si, staremmo pagando l’ingresso due volte. Insistere non serve a niente, ma Flor dimostra le sue buone capacità di negoziazione e stipula un prezzo di gruppo per noi 4 per 200 quetzal cada uno per entrare domattina a vedere l’alba. Non decidiamo ancora niente e così entriamo nelle rovine del parco per poi tornare alle 18 e decidere se compreremo il tour per domani o no.
Entriamo in questa selva e rimango subito affascinato dagli alberi grandissimi, le radici serpentine che scavano il terreno, gli animali che appaiono nel sentiero ed i primi templi che dominano questo luogo bellissimo e misterioso. Non ci sono molte persone a quest’ora e tutti e 4 ci godiamo l’ultima ora di visita prima che si debba pagare un altro biglietto. Facciamo foto, video, conversiamo per conoscerci meglio e ad un certo punto vedo una guardia con in mano un fucile e mi faccio scappare una domanda
Ma qui dentro, fra le rovine, non è possibile dormirci?
La guardia si chiama Pedro e mi fa cenno di abbassare la voce
Intanto anche Flor si è avvicinata a Pedro e me e grazie a lui scopriamo una cosa sensazionale:
Quanto vi hanno chiesto all’entrata ragazzi?
200 a testa per il tuor dell’alba
Bene, ne date 200 a me e vi ci includo tramonto, alba e potete pure dormire da soli qui nel tempio, indisturbati
Guardo Flor, Flor guarda me… abbiamo negli occhi la faccia di chi dice “ FIGHISSIMO!!!!!” e poi, increduli ci rivolgiamo di nuovo a Pedro per ulteriori spiegazioni. Le sue parole non fanno una piega. Lui stanotte è di turno come guardia per cui è l’unico che entra ed esce dal parco e se lui ci lascia entrare non ci sono modi che veniamo beccati. In più le guide di domani non salgono mai sul tempi da dove si vede l’alba e quando il risveglio della selva è ultimato sono già le 6 e possiamo liberamente circolare nel parco con il biglietto che abbiamo!
Ma abbiamo già pagato il camping?
Si, ma Yvan e Juliana no, per cui possono prendere il nostro posto e pagare noi
Così torniamo al campeggio a tramonto inoltrato e con Pedro che ci fa uscire senza che dobbiamo pagare il secondo biglietto. Spieghiamo la situazione al campeggio inventandoci che andremo a dormire in hotel e portiamo con noi il minimo indispensabile: materassino, sacchi a pelo e la mia tenda. L’amaca Flor la passa ai ragazzi che per lo meno potranno avere un posto al riparo dalle zanzare sotto il quale dormire.
Io e Flor ci diamo appuntamento al ristorante dopo esserci fatti una doccia abusiva nel bagno del campeggio che abbiamo già disdetto. Ceniamo con qualcosa di vegetariano e poi Pedro ci viene a prendere portandoci in un punto buio del parco dove ritira i 20 dollari a testa e ci affida ad un collega che, guidandoci per sentieri alternativi ci riporta dentro al parco nazionale in piena notte. Poi se ne va.
Buio pesto, attorno a noi la presenza pesante e massiccia dei templi che abbiamo visto prima. Andiamo subito in cima a quello più facile da scalare e scegliamo un posto dove dormire.
La montiamo la tenda?
Si dai, che altrimenti ci mangiano vive le zanzare
Ok
La tenda è montata e siamo seduti io e Flor sulla cima del Templio numero 2 con il cielo senza luna, solo stelle e continuiamo a conoscerci parlando di quelli che sono stati i motivi del nostro abbandono ai rispettivi paesi, i passi che abbiamo seguito, gli sbagli che abbiamo fatto, gli stimoli che abbiamo ricevuto, le cose che abbiamo appreso. Flor ha più o meno la mia età, è architetta e conosce il Messico al punto da darmi buoni motivi per passarci più tempo del previsto. Passano i minuti e cominciamo a sbadigliare per cui propongo di andare a fare due passi fra le rovine per non cadere addormentati di immediato. Abbiamo una torcia in mano e i rumori degli animali non sono dei più invitanti, ma troviamo dei bagni pubblici che possiamo usare e dell’acqua corrente per lavarci i denti prima di andare a letto.
Camminiamo in su ed in giù, pianifichiamo il momento in cui ci sveglieremo alle 4 per evitare di essere visti dalle guide che entrano con i turisti e studiamo la mappa per arrivare al Templio 4, il più alto, dal quale si può osservare l’alba. Poi ci andiamo ad arrampicare sul tempio 1 che è sconnesso e lungo i gradini del quale sono già caduti 2 turisti che hanno peso la vita. Saliamo 20 gradini e poi ci risediamo, cerchiamo di assorbire l’energia del posto prima parlando poco, poi senza parlare affatto. Poi torniamo a parlare delle nostre cose a farci domande a capire chi siamo ed a gioire di questo incontro inaspettato e di questa serie di opportunità che ci si sono aperte da quando siamo arrivati qui. Siamo perfino entrambi CouchSurfers, ma stasera invece di surfare uno dei rispettivi couch, ci surfiamo i templi Maya di Rikal!
Onestamente io non sento molta energia qui…
Nemmeno io…
Sarà che non c’è la luna in cielo o che abbiamo il timore di essere scoperti
Non so, però sono già le 23 forse dovremmo dormire un po’
Ok
Scendiamo il templio 1 e risaliamo il 2 dove c’è la mia tenda con le nostre cose dentro. Mettiamo la sveglia alle 4 su entrambi i cellulari e poi dico
Guarda che io russo!
E me lo dici adesso?